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Il “meno” rispetto al 2020 non inganni: è dovuto esclusivamente al drastico calo dei contagi professionali. Gli infortuni “tradizionali”, purtroppo, nel 2021 sono aumentati e anche di molto. Sono allarmanti i dati sul fenomeno inortunistico relativi allo scorso anno presentati lunedì 25 luglio 2022 dal Presidente dell’Inail, Franco Bettoni, in occasione della sua annuale relazione sull’attività dell’istituto illustrata a Montecitorio, a Roma.

Bettoni ha evidenziato come la pandemia abbia fortemente condizionato l’andamento del fenomeno nel biennio 2020-2021. I dati sulle denunce di infortunio nel 2021 infatti registrerebbero, rispetto all’anno precedente, un calo dei casi in complesso, con una significativa riduzione anche degli infortuni mortali.

Oltre 564mila gli infortuni denunciati, il 20% più del 2020 depurando i contagi professionali

Più precisamente, nel 2021 sono stati denunciati all’Inail poco più di 564mila infortuni sul lavoro, in calo dell’1,4% rispetto al 2020. Questa diminuzione, però, è dovuta esclusivamente alla contrazione dei contagi professionali da Covid-19, passati dai quasi 150mila del 2020 ai circa 50mila del 2021. Nel 2020, in particolare, l’incidenza media delle denunce da Covid-19 sul totale degli infortuni denunciati è stata di una ogni quattro, mentre nel 2021 è scesa a una su dodici.

Viceversa, le denunce di infortunio cosiddetto tradizionale(al netto dei casi Covid-19), hanno registrato nel 2021 un aumento di circa il 20% rispetto all’anno precedente, sia nella componente in occasione di lavoro che, in maggior misura, in quella in itinere”, cioè durante il viaggio di andata-ritorno verso il posto di lavoro, che nel 2020 aveva visto una decisa riduzione dei casi in virtù dell’ampia adozione dello smart working da casa.

Ad ora gli infortuni riconosciuti sul lavoro sono stati 349.643, il 17,5% dei quali avvenuti “fuori dell’azienda”, cioè “in occasione di lavoro con mezzo di trasporto” o “in itinere”, nel tragitto di andata e ritorno tra la casa e il luogo di lavoro. Elevate le percentuali di riconoscimento della componente da Covid-19, pari a circa l’88% nel 2020 e al 70% nel 2021, ma è importante tenere presente che per la definizione finale delle conseguenze di un infortunio in termini di menomazione, e a maggior ragione per quelli da contagio professionale, occorre un adeguato periodo di tempo per la stabilizzazione dei postumi.

 

I casi mortali sono stati 1.361, anch’essi in aumento depurando i dati del coronavirus

Analogo il ragionamento per le denunce di infortunio con esito mortale, che nel 2021 sono state 1.361, meno 19,2% rispetto al 2020. Tale contrazione infatti è ascrivibile interamente ai decessi causati dal contagio, passati dai circa 600 casi del 2020 ai circa 200 nel 2021. In particolare, nel 2020 l’incidenza media dei decessi da Covid-19 sul totale di tutti i casi mortali denunciati è stata di una denuncia ogni tre, mentre nel 2021 è scesa a una su sei.

Le denunce con esito mortale “tradizionali”, al contrario, sono aumentate di quasi il 10% rispetto al 2020, sia nella componente “in occasione di lavoro” che in quella “in itinere”. Gli infortuni mortali (finora) accertati sul lavoro sono 685, di cui 298, il 43,5%, “fuori dell’azienda” (57 casi sono ancora in istruttoria). Sono stati 16 gli incidenti plurimi nel 2021, per un totale di 37 decessi, rispetto ai 13 del 2020 con 27 morti.

 

In sensibile crescita anche le malattie professionali

Allarmanti anche le risultanze relative alle malattie professionali. I dati del 2021 indicano un aumento notevole delle denunce di malattia professionale in confronto al 2020, anno in cui il fenomeno tecnopatico è risultato “depresso” dall’emergenza epidemiologica anche nel ricorso alla tutela assicurativa delle patologie correlate al lavoro.

Le denunce di malattia sono state poco più di 55 mila, in crescita del 22,8% rispetto al 2020. Ne è stata riconosciuta la causa professionale al 37,2% (il 5,6% è ancora in istruttoria). È importante precisare che le denunce riguardano le malattie e non i soggetti ammalati, che sono oltre 38 mila, di cui il 40,3% per causa professionale riconosciuta. Sono stati 948 i lavoratori con malattia asbesto-correlata. I lavoratori deceduti nel 2021 con riconoscimento di malattia professionale sono stati 820 (il 23,6% in meno rispetto al 2020), di cui 154 per silicosi/asbestosi.

Scritto da:

Dott. Nicola De Rossi

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Categoria:

Infortuni sul Lavoro

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