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Centottanta vittime in un anno, e il numero è ancora parziale. Tanto più con l’arrivo della bella stagione, devono far riflettere le cifre da bollettino di guerra rese note dall’Asaps relativamente a uno dei suoi osservatori più tragici, quello che registra i decessi dei ciclisti in seguito a incidenti stradali rilevati dalle Forze di Polizia e dalle Polizie Locali.

Centottanta ciclisti morti nel 2021, e il numero è ancora parziale

Nel 2021 i morti sono risultati ben 180, 162 uomini e 18 donne, praticamente uno ogni due giorni, ma, come detto, il numero è destinato a salire ancora perché, purtroppo andrà ad aggiungersi anche una percentuale di ciclisti ricoverati in gravi condizioni all’ospedale e che non ce la faranno a sopravvivere: sempre nel 2021 sono starti 989 i casi di investimento di ciclisti ricoverati in codice rosso in prognosi riservata presso i nosocomi della zona, peraltro in in momento storico in cui le terapie intensive erano già sotto pressione per il “Covid-19” per molti mesi. Per i dati ufficiali bisognerà quindi attendere il rapporto annuale dell’Istat che tiene conto anche dei decessi avvenuti entro trenta giorni dal sinistro.

E’ vero che prima della pandemia la situazione era ancora peggiore, nel 2019 i ciclisti morti erano stati 253, ma è altrettanto vero che rispetto al 2020, in cui le vittime erano state 169, la curva è tornata a crescere. L’emergenza coronavirus e l’introduzione delle limitazioni alla mobilità anche per il 2021 non hanno sortito particolare effetti sui ciclisti, e anche per questa utenza debole si segnalano gravissimi comportamenti, come quello della pirateria stradale.

 

Emilia e Lombardia le regioni più colpite, nel 10% dei casi gli investitori fuggono

Quanto alla distribuzione territoriale, tra le regioni dove sono avvenuti gli incidenti più gravi il record negativo di morti in bicicletta spetta all’Emilia Romagna, dove peraltro la bici è molto usata, e alla Lombardia con 32 decessi, seguite dal Veneto con 19, Piemonte 16, Toscana e Puglia 14, Sicilia e Campania 10.

In tre casi, peraltro, la morte è derivata da caduta dell’utente a due ruote dopo che l’automobilista aveva aperto la portiera senza verificare la presenza del ciclista. Fa pensare anche l’alta percentuale, il 10%, dei sinistri mortali che ha visto la fuga dell’autore del sinistro. Si sono registrati sinistri mortali anche con mezzi elettrici, tra cui bici elettriche e reclinate come quelle utilizzate da persone diversamente abili.

I veicoli investitori si distinguono in: autovetture, autocarri, anche motocicli, un bus, un trattore e un altro ciclista come accaduto a Ravenna ad agosto 2021. E in molti casi si è trattato di fuoruscite autonome.

Agosto il mese più a rischio, sempre più vittime tra gli anziani

Il mese con il più alto numero di decessi è stato agosto con ben 27 morti, rispetto ai 22 del 2020, ai 23 del 2019 e ai 20 del 2018. Il mese con meno decessi è stato novembre, con 10. Oltre al fenomeno dei pirati della strada, che non scompare nonostante l’inasprimento delle pene, preoccupa anche l’età media dei deceduti, con molti casi di ultra65enni: il più anziano ciclista è stato un 93enne.

Chi sperava in una diminuzione dei decessi con le nuove regole introdotte nel 2020, è rimasto fortemente deluso.

Scritto da:

Dott. Nicola De Rossi

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Categoria:

Incidenti da Circolazione Stradale

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