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Non solo sulla strada, l’abuso di alcol rappresenta un grave rischio anche sul posto di lavoro. Al riguardo, fanno riflettere le risultanze, diffuse il 4 gennaio 2023, di un’indagine conoscitiva condotta dal Dimeila, il Dipartimento di medicina, epidemiologia igiene del lavoro e ambientale dell’Inail, su due dei settori più a rischio di infortuni, per l’appunto, alcol-correlati: ovviamente il trasporto, visto che gli autotrasportatori sulla strada ci lavorano, ma anche l’edilizia.

L’obiettivo della ricerca era quello di acquisire informazioni relativamente alla percezione del rischio sulla tematica “alcol e lavoro”, anche per contribuire all’identificazione di aspetti bisognosi di un’implementazione formativa per colmare eventuali lacune rispetto a conoscenze e comportamenti attesi, per un miglioramento continuo degli interventi di prevenzione, in ottica di tutela di salute globale.

 

Il 6,3 per cento degli intervistati consuma bevande alcoliche  durante l’orario di lavoro

Il campione oggetto dello studio era costituito da 1093 lavoratori di genere maschile, dei settori delle Costruzioni (710) e dei Trasporti (383), con una quota del 10% di lavoratori stranieri e un’età media di 42,85 anni. Circa il 40% del campione aveva un’anzianità lavorativa tra 5 e 15 anni; oltre il 60% degli intervistati possedeva il diploma di scuola media inferiore. La mansione maggiormente rappresentata tra gli edili era quella di muratore (35,6%), a seguire quelle di manovale (9,9%) e capo-cantiere (8,2%); tra i trasportatori, quella del trasporto merci (circa il 73%).

Il 58,3% del campione intervistato dichiara di aver bevuto alcolici durante i pasti nei tre mesi precedenti l’indagine (56,5% tra gli edili e 61,4% nel settore trasporti); relativamente al consumo avvenuto lontano dai pasti, si ottengono valori pari al 34,0% nel campione totale e 37,5% e 27,7%, rispettivamente, per edilizia e trasporti. Negli ultimi tre mesi, il consumo di bevande alcoliche “durante l’orario di lavoro” è dichiarato dal 6,3% del campione totale, con interessato l’8,1% degli edili ed il 3,3% dei trasportatori.

E il 15 per cento durante le pause di lavoro, più di un edile su cinque

La percentuale sale poi al 14,7% del campione totale che assume bevande alcoliche “durante le pause di lavoro (colazione/pranzo)”, con coinvolgimento del 20,4% degli edili e del 5,2% dei trasportatori.

Oltre l’80% del campione è abbastanza/completamente d’accordo con l’affermazione che il consumo di alcol sia in generale un fattore di rischio per la sicurezza sul lavoro; tale percentuale risulta più evidente tra i lavoratori dei trasporti (87,3%). I risultati ottenuti incrociando i dati rispetto all’aver/non aver consumato, negli ultimi 3 mesi, bevande alcoliche durante le pause di lavoro fanno registrare differenze statisticamente significative nelle risposte fornite dal campione totale degli intervistati; nello specifico, chi dichiara di aver consumato alcolici durante le pause di lavoro ha una minore percezione rispetto all’alcol come fattore di rischio per la sicurezza sul lavoro.

Gli incidenti stradali, gli infortuni sul lavoro, il calo dell’attenzione, del rendimento lavorativo e i provvedimenti disciplinari risultano essere le situazioni nel cui determinismo, in base al giudizio dei lavoratori intervistati, l’alcol ha maggiori responsabilità. In generale, valori medi più alti, su una scala variabile da 1, corrispondente a nessuna responsabilità, a 5, corrispondente a completa responsabilità, si ottengono nel settore dei trasporti.

I risultati incrociati in base a chi dichiara di aver/non aver consumato, negli ultimi 3 mesi, bevande alcoliche durante le pause di lavoro evidenziano valori medi significativamente inferiori nel campione totale dei consumatori di alcol, rispetto ai non consumatori.

 

Il 10% degli addetti interpellati non sa della norma che vieta l’assunzione di alcolici in edilizia

Emerge dall’indagine che poco meno del 10% degli intervistati edili non sa dell’esistenza di una norma che vieta l’assunzione e la somministrazione di alcolici e superalcolici in edilizia; relativamente al campione degli autotrasporti, circa l’8% non è a conoscenza della “tolleranza zero” per gli autisti professionisti.

Gli interventi ritenuti più utili dagli intervistati per evitare i problemi causati dal consumo di alcolici negli ambienti di lavoro risultano essere l’introduzione del divieto di consumo di alcolici durante l’orario di lavoro e l’effettuazione di controlli sui lavoratori.

Il sondaggio evidenzia differenze significative se si confrontano i due gruppi di lavoratori; gli edili, infatti, sembrano avere un giudizio meno favorevole rispetto ai lavoratori dei trasporti sui livelli di utilità registrati per ciascun intervento proposto nell’indagine. Vietare il consumo di alcolici durante l’orario di lavoro viene giudicato un intervento utile in misura significativamente maggiore da coloro che non consumano alcolici durante la pausa di lavoro.

 

I consumatori di alcol nelle Costruzioni hanno subito più infortuni

Per quanto concerne l’aver subito infortuni sul lavoro nei due anni precedenti l’indagine, l’11,3% dei lavoratori edili dichiara di averne avuto; anche in questo caso, l’analisi distinta per sottogruppi rispetto ai consumatori o meno di alcolici durante le pause di lavoro fa emergere differenze significative nelle risposte fornite: il 20% dei consumatori di bevande alcoliche nelle pause di lavoro ha subito infortuni sul lavoro nei due anni precedenti l’indagine, contro l’8,4% dei non consumatori.

Il 12,6% dei lavoratori dei trasporti ha dichiarato di aver avuto un incidente stradale durante lo svolgimento dell’attività lavorativa, nei due anni precedenti l’indagine; in questo caso, non si evidenziano differenze significative quando si confrontano i sottogruppi di consumatori o meno di alcolici durante le pause di lavoro.

Inoltre, una quota piuttosto consistente, circa la metà dell’intero campione intervistato, afferma di non sapere cosa fa l’azienda nei confronti dei lavoratori con problemi legati all’uso di alcol; tale risultato risulta più evidente tra i lavoratori edili.

In riferimento, infine, alle soluzioni utili a contrastare e/o arginare le problematiche correlate al consumo di alcolici negli ambienti di lavoro, i lavoratori dei trasporti risultano essere maggiormente d’accordo, rispetto agli edili, sia sull’utilità di attivare interventi di prevenzione, che di migliorare le condizioni di lavoro.

 

Le conclusioni

L’Inail evidenzia che, come riportato nel tempo nei Piani nazionali della prevenzione, “gli ambienti e luoghi di lavoro” risultano essere uno specifico setting per la realizzazione di interventi di prevenzione e promozione della salute. Più nello specifico, ricorda l’istituto, il “Piano nazionale alcol e salute del 2007” – ancora oggi attuale – individua gli ambienti di lavoro per l’attuazione di strategie volte a “promuovere una politica sull’alcol fondata sull’educazione, la promozione della salute, la tempestiva identificazione o auto-identificazione dei soggetti a rischio e la possibilità di intraprendere nel pieno rispetto della privacy trattamenti integrati resi disponibili presso le strutture sanitarie e socio sanitarie”.

I test sui lavoratori per verificare l’assunzione di alcolici e l’adeguata informazione

L’Inail precisa tuttavia che, come peraltro più volte ribadito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’introduzione di verifiche/test sui lavoratori, relativamente all’assunzione di bevande alcoliche in caso di attività lavorative critiche per la sicurezza, non deve assolutamente prescindere da un’adeguata informazione e formazione degli stessi riguardo alle ripercussioni negative di tale assunzione sulla salute e sicurezza sul lavoro, al fine di rafforzare ed ottimizzare la consapevolezza del rischio, contribuendo così alla promozione del bene salute.

“Pur in presenza di motivazioni extra lavorative al ricorso all’alcol – conclude l’Istituto – possono comunque esistere condizioni di lavoro, quali ad esempio condizioni di stress lavoro-correlato, lavoro monotono, turni notturni, suscettibili di contribuire a determinare problemi di alcol. Quindi, una maggior attenzione ai rischi psicosociali, una loro adeguata valutazione e gestione potrebbero contribuire a contrastare le conseguenze negative sul lavoro del consumo di alcol, con un miglioramento, ad esempio, del complesso di performance lavorativa e delle relazioni interpersonali e con una riduzione dell’assenteismo e, soprattutto, del numero degli infortuni”.

Scritto da:

Dott. Nicola De Rossi

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Categoria:

Infortuni sul Lavoro

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