“Una ferita sociale lacerante” l’ha definita il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, invocando “legalità e prevenzione”. Forse mai come quest’anno la Giornata Nazionale per le vittime degli incidenti sul lavoro promossa dall’Anmil domenica 10 ottobre 2021, e giunta alla settantunesima edizione, si è svolta in un clima così sconfortante e preoccupante.
Che il fenomeno infortunistico negli ultimi mesi abbia fatto registrare una ulteriore recrudescenza è sotto gli occhi di tutti, non c’è giorno in cui i media non diano notizia di tragiche morti bianche, ma i dati pubblicati dall’Inail il 30 settembre 2021 relativi ai primi otto mesi dell’anno hanno certificato una situazione da allarme rosso e sempre più indegna di un Paese civile.
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Quasi 359mila incidenti sul lavoro in otto mesi, 27mila in più del 2020
Solo per citare alcuni dei numeri più significativi, e impressionanti, le denunce di infortunio sul lavoro presentate all’Istituto tra il primo gennaio e il 31 agosto 2021 sono state 349.449, oltre 27mila in più (+8,5%) rispetto alle 322.132 dei primi otto mesi del 2020. Un aumento rilevante, anche se va tenuto conto della componente Covid, e che ha riguardato sia gli infortuni in itinere, occorsi cioè nel tragitto di andata e ritorno tra l’abitazione e il posto di lavoro (+20,6% rispetto allo stesso periodo del 2020, da 38.001 a 45.821 casi), sia quelli avvenuti in occasione di lavoro, +6,9%, passati da 284.131 a 303.628).
Da gennaio ad agosto 2021, 772 vittime
Non va meglio per le denunce d’infortunio con esito mortale presentate all’Istituto entro il mese di agosto 2021, che sono state 772, 51 in meno rispetto alle 823 registrate nei primi otto mesi del 2020 (-6,2%). Al di là del numero che rimane comunque enorme, la decrescita è chiaramente legata al fatto che non esiste quasi più la componente delle morti causate da infezione da Covid-19, che nel 2020 avevano rappresentato un terzo del totale delle morti sul lavoro.
Senza contare, infine, che sono aumentate sensibilmente anche le denunce di malattia professionale protocollate dall’Inail, che nei primi otto mesi del 2021 sono state 36.496, 8.735 in più rispetto allo stesso periodo del 2020 (+31,5%).
Per il Presidente Anmil si è tornati a livelli peggiori degli anni pre-pandemia
“Quest’anno avremmo voluto essere qui con uno spirito diverso, per gioire di una rinascita collettiva, dopo il periodo più buio della pandemia. Ma se si guarda al fenomeno infortunistico non c’è purtroppo nulla di cui rallegrarsi – ha detto il presidente dell’Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi sul Lavoro, Zoello Forni, intervenendo alla manifestazione principale della giornata che si è tenuta a La Spezia – La crisi economica e i tentativi di ripartenza delle attività produttive rappresentano un terreno insidioso per la sicurezza dei lavoratori e lo dimostra la nuova impennata di incidenti a cui stiamo assistendo ormai da diverso tempo. Il bilancio infortunistico di questo 2021 è addirittura peggiore rispetto a quello del 2019 e 2018, gli ultimi anni pre-pandemia in cui le attività produttive hanno operato a pieno regime.
“Come dieci anni fa – ha aggiunto il Presidente -, ancora oggi ogni giorno mediamente tre lavoratori rimangono vittime di infortuni mortali, per non parlare di coloro che muoiono dopo anni di lunghe sofferenze nel più assoluto silenzio dei media, i cui numeri sono ben 5 volte superiori. Oggi più che mai serve una forte cultura della sicurezza che guidi datori di lavoro, e lavoratori stessi, nella quotidianità delle proprie azioni.
Dobbiamo vincere la tendenza ad aggirare le regole al fine di semplificare le procedure di lavoro o trarne maggiore profitto: comportamenti da condannare con efficaci azioni repressive, ma prima ancora da prevenire con la cultura e l’informazione”.
La proposta di istituire la Procura Nazionale del lavoro
Tra le azioni per contestare il fenomeno, Forni ha battuto molto anche sulla Procura nazionale del Lavoro. “Più volte è stato messo in luce come si avverta fortemente, in tema di reati colposi e di disastri, la necessità di una magistratura, sia giudicante che requirente, specializzata in materia di vigilanza e sicurezza sui luoghi di lavoro. Per questo abbiamo accolto positivamente la notizia dei giorni scorsi secondo cui il ddl istitutivo della Procura nazionale del lavoro è stato incardinato in Senato.
Insieme all’impegno per la prevenzione, chiediamo alle istituzioni di avviare una riflessione sulla tutela assicurativa delle vittime e delle loro famiglie, affinché venga riconsiderata alla luce della anacronistica normativa che oggi la regola e in base alla quale troppe sono le incongruenze che creano disparità di trattamento tra le vittime e i familiari, al limite dell’incostituzionalità, e senza minimamente tener conto delle mutate condizioni sociali rispetto a 56 anni fa”
Il ministro annuncia un provvedimento ad hoc
In concomitanza con l’evento, infine, il Ministro del Lavoro, Andrea Orlando, ha annunciato un “giro di vite”. “Il Governo – ha chiarito – sta lavorando a un “provvedimento ad hoc” sulla sicurezza del lavoro, che arriverà a giorni. Si interverrà introducendo maggiore efficacia e tempestività alle sanzioni, un potenziamento delle strutture di controllo sia a livello centrale dell’Ispettorato nazionale che con le Asl, un potente investimento sulla formazione e sulla informazione e poi, finalmente, una banca dati che consenta di raccogliere l’insieme di sanzioni e valutazioni fatte con i controlli per iniziare un percorso di qualificazione delle imprese“.
Scritto da:
Dott. Nicola De Rossi
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Categoria:
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