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Niente più foto della recita di fine anno, del primo bagno al mare, della serata di Halloween o della mattina di Natale. Una madre e un padre, senza il reciproco consenso, non potranno più postare sui social network le immagini della prole, neppure con il lodevole intento di mostrarle ai parenti lontani.

Lo stabilisce la sentenza firmata dal giudice del Tribunale di Mantova, dott. Mauro Bernardi, che ha imposto a una mamma di rimuovere tutti gli scatti condivisi su Facebook dei due figlioletti di appena uno e tre anni e mezzo.

«L’inserimento di foto di minori sui social network costituisce comportamento potenzialmente pregiudizievole per essi», recita il provvedimento. Il rischio maggiore è «la diffusione delle immagini fra un numero indeterminato di persone, conosciute e non, le quali possono essere malintenzionate». C’è il pericolo che, attraverso dei fotomontaggi, per esempio, i volti dei piccoli possano essere manipolati per diffondere materiale pedo-pornografico in rete. Di qui la sentenza: va bene pubblicare gli scatti, purché entrambi i genitori siano d’accordo.

Il caso era stato sollevato da un padre separato, che in realtà aveva chiesto la revisione dell’accordo sull’affido condiviso, compresa la residenza a casa della madre. Il giudice ha deciso, senza però modificare l’accordo sui figli. È entrato invece nel merito della tutela dell’immagine (articolo 10 del Codice civile), della tutela della riservatezza dei dati personali (decreto legislativo 196 del 2013), dei diritti dell’infanzia (Convenzione di New York). Una sfilza di diritti sui quali pochi genitori oggi davvero si interrogano.

La sentenza di Mantova costituisce un primo, importante precedente giuridico a cui far riferimento e tiene anche conto del Gdpr, il nuovo Regolamento europeo in materia di protezione dei dati personali che entrerà in vigore nel 2018 in tutti i Paesi della Ue, il quale prevede un canale di tutela preferenziale del minore rispetto all’adulto. Ma è incontestabile anche per il buon senso che l’ha ispirata e che invita a distinguere tra momenti intimi e privati e momenti pubblici.

Senza dimenticare, infine, una variabile: il bimbo prima o poi compirà 18 anni. E potrà rivalersi sui genitori poco riservati. Com’è successo in Austria, dove una ragazza ha denunciato i suoi per aver più volte postato la sua foto, quand’era minorenne, sui social.

Scritto da:

Dott. Nicola De Rossi

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Categoria:

Blog Responsabilità della Pubblica Amministrazione

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