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La recrudescenza della pandemia da Covid-19 determinata dalla variante Omicron si è puntualmente ripercossa anche sui contagi sul lavoro segnalati all’Inail che al 31 dicembre 2021 hanno superato quota 190mila, raggiungendo i 191.046 dall’inizio dell’emergenza sanitaria, pari a un sesto del totale delle denunce di infortunio pervenute da gennaio 2020 e al 3,1% del complesso dei contagiati nazionali comunicati dall’Istituto superiore di Sanità (Iss) alla stessa data.

A dicembre 2021 i contagi sul lavoro superano i 191mila, 5.413 in più del precedente report

Ma il dato che fa più specie nel 23. Report diffuso il 26 gennaio 2022 dall’istituto e aggiornato, per l’appunto, all’ultimo mese del 2021, è che rispetto ai 185.633 contagi rilevati dal monitoraggio di fine novembre, i casi in più sono risultati 5.413, +2,9%, in sensibile aumento rispetto ai 2.486 casi in più registrati a novembre 2021 rispetto a ottobre e ai 1.511 di ottobre in confronto a settembre. Di questi 5.413 casi, peraltro, sono quasi tutti riferiti a dicembre 2021, ossia 4.490, mentre 613 sono relativi a novembre, 60 a ottobre scorsi e gli altri 250 casi sono per il 62,4% riferiti agli altri mesi del 2021 e il restante 37,6% al 2020: com’è ormai noto, il consolidamento dei dati permette di acquisire informazioni non disponibili nelle rilevazioni e nei mesi precedenti.

 

Solo un decesso da Covid riferito all’ultimo mese del 2021, ma in tutto sono stati 811

La notizia più confortante, invece, è che il virus, pur continuando a diffondersi anche negli ambienti di lavoro, è molto meno letale, grazie anche e soprattutto alla campagna vaccinale: nel 2021 i casi di contagio mortali denunciati all’Inail sono diminuiti del 57,2% rispetto al 2020.

Nel dettaglio, i decessi sul lavoro da nuovo Coronavirus segnalati all’Istituto dall’inizio della pandemia sono stati 811, pari a un quarto degli infortuni sul lavoro con esito mortale denunciati da gennaio 2020, con un’incidenza dello 0,6% rispetto al complesso dei deceduti nazionali da Covid-19 comunicati dall’Iss alla stessa data. Rispetto ai 797 rilevati dal monitoraggio mensile precedente, i casi mortali in più più sono 14, di cui però solo uno avvenuto a dicembre e i restanti 13 riconducibili ai mesi precedenti (otto avvenuti nel 2021 e cinque nel 2020).

 

Le vittime sono soprattutto uomini, Napoli, Toma e Milano le province più colpite

La netta maggioranza dei decessi riguarda gli uomini (82,5%) e i lavoratori nelle fasce di età 50-64 anni (71%) e over 64 anni (18,6%). Rapporto che si inverte prendendo in considerazione tutti i contagi sul lavoro, qui infatti la quota femminile è pari al 68,3%. Oltre un quarto delle morti (25,8%) è avvenuto tra il personale sanitario e socio-assistenziale e, a livello territoriale, più di un terzo dei casi mortali è concentrato nel Nord-Ovest (36,1%), seguito da Sud (26,1%), Centro (18,1%), Nord-Est (12,9%) e Isole (6,8%). Le province che contano più decessi da inizio pandemia sono quelle di Napoli (8,0%), Roma (7,8%), Milano (6,5%), Bergamo (6,3%), Torino (4,1%), Brescia (3,9%), Cremona e Genova (2,3% ciascuna), Bari, Caserta e Palermo (2,1% ciascuna), Parma e Salerno (2,0% ciascuna).

 

Riconosciuto l’83% delle domande: l’assenza media dal lavoro per Covid è di 30 giorni

Se non altro – l’Inali per la prima volta riporta questo dato – la stragrande maggioranza delle denunce di infezione di origine professionale sono state riconosciute: al 31 dicembre 2021 la percentuale di riconoscimento positivo delle istanze è stato dell’83% sul totale, di cui il 96% indennizzate.  Per i decessi, invece, la percentuale di riconoscimento si attesta provvisoriamente al 63%.

Il 99% degli indennizzi sono inabilità temporanee, con le menomazioni permanenti pari allo 0,7% e le rendite a superstiti per casi mortali allo 0,3%. L’inabilità temporanea riconosciuta per ogni tipo di indennizzo ha raggiunto complessivamente quasi quattro milioni di giornate, con un numero medio di giorni di assenza dal lavoro, compresi i tre di franchigia, pari a 30. L’assenza media dal posto di lavoro di un infortunato da Covid-19 è dunque di un mese.

Scritto da:

Dott. Nicola De Rossi

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Categoria:

Infortuni sul Lavoro

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