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Il magazziniere di Legnaro, di soli 56 anni, è rimasto schiacciato tra un mezzo pesante e una buca di carico: udienza preliminare fissata al 25 gennaio 2022

Si avvicina finalmente il momento della giustizia per i familiari di Gabriele Carraro, il 56enne di Legnaro (Pd) rimasto vittima, il 13 gennaio 2020, dell’ennesimo, evitabile infortunio sul lavoro, nello stabilimento della Pittarello Spa di Padova, e deceduto dopo due giorni di agonia, il 15 gennaio: il processo per la sua tragica morte bianca inizierà tra cinque mesi, il 25 gennaio 2022.

A chiusura delle indagini preliminari, condotte con l’ausilio degli ispettori dello Spisal e che hanno riscontrato le solite, gravi violazioni sul fronte della sicurezza, il Pubblico Ministero della Procura patavina titolare del relativo procedimento penale, il dott. Andrea Girlando, il 29 luglio ha formalmente chiesto il rinvio a giudizio per uno degli amministratori della nota società, Lucio Pittarello, 63 anni, anche lui di Legnaro, e, riscontrando la richiesta, con decreto datato 3 agosto, il Gip dott.ssa Elena Lazzarin ha fissato, appunto, al 25 gennaio, dalle ore 11.20, nel tribunale di via Tommaseo, l’udienza preliminare in camera di consiglio.

Com’è tristemente noto Carraro, dipendente con la qualifica di magazziniere impegnato nelle operazioni prodromiche allo scarico della merce da un autoarticolato di una ditta terza, il cui conducente non è stato ritenuto responsabile, è rimasto schiacciato tra lo stipite della porta numero 6 del magazzino dello stabilimento e la parte posteriore dell’autotreno che era in fase di accostamento in retromarcia alla stessa porta, riportando un politrauma da schiacciamento devastante che non gli ha lasciato scampo: la vittima, come appurato dalla perizia autoptica, oltre a una frattura basicranica con relativo edema cerebrale, ha rimediato anche lesioni fatali agli organi interni, tra cui la perforazione intestinale e pneumotorace bilaterale.

A Pittarello, imputato per il reato di omicidio colposo con l’aggravante di essere stato commesso in violazione delle norme antinfortunistiche, il Sostituto Procuratore imputa, per citare la richiesta, “colpa consistita in negligenza, imprudenza, imperizia e nella violazione di leggi, regolamenti, ordini e discipline, nonché colpa specifica per aver violato le norme relative alla prevenzione degli infortuni sul lavoro”, con particolare riferimento al fatto che il Dvr aziendale “riportava una valutazione dei rischi per la salute e la sicurezza durante l’attività lavorativa che non contemplava, appunto, il rischio di schiacciamento degli addetti al magazzino durante le manovre di accostamento in retromarcia degli automezzi alle postazioni di carico/scarico delle porte del magazzino, con conseguente omessa indicazione delle misure finalizzate a eliminare, o ridurre al minimo, tale rischio specifico”.

La vittima ha lasciato la moglie Federica e il figlio Nicolò i quali, per essere assistiti, attraverso l’area manager Riccardo Vizzi, si sono affidati a Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini, in collaborazione con l’avv. del Foro di Padova Alberto Berardi: i suoi cari si aspettano risposte sia dalla giustizia penale sia sul fronte risarcitorio, visto che sin qui l’azienda non ha dato alcun segnale di volerli risarcire in modo congruo per la loro immensa perdita.

Caso seguito da:

Dott. Riccardo Vizzi

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Categoria:

Infortuni sul Lavoro

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