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L’automobilista che ha tagliato la strada al giovane in moto ha già patteggiato la pena ma ora i suoi familiari si aspettano giustizia anche per l’illecito tratteggio della linea che doveva essere continua

Oggi, lunedì 13 marzo, in Tribunale a Cagliari, all’esito dell’udienza preliminare del procedimento penale per omicidio stradale per la morte di Christian Urru, il giudice dott. Giorgio Altieri ha rinviato a giudizio due funzionari dell’Anas, a cui si imputa la responsabilità del “taroccamento” della segnaletica nel luogo del sinistro: l’ing. Enrico Atzeni, 59 anni di Serrenti, all’epoca responsabile dell’Area compartimentale di Cagliari, e il “Capo Centro” ing. Carmine Ferrara, 57 anni di Assemini. Per il decesso del 31enne di Pula il Pm della Procura di Cagliari dott. Emanuele Secci aveva chiesto in primis e ottenuto il rinvio a giudizio per Nicola Napolitano, 53 anni di Pula, l’automobilista che ha tagliato la strada al giovane motociclista e la cui posizione è già stata definita e stralciata, avendo chiesto e ottenuto di patteggiare la pena.

L’incidente, successo il 6 agosto 2018 al km 29 della Statale 195 nella stessa Pula, è stato ricostruito dall’ing. Francesco Marongiu, il consulente tecnico cui il magistrato ha affidato la perizia cinematica per accertarne dinamica, cause e responsabilità: alle operazioni peritali ha partecipato pure l’ing. Stefano Ferrigno, messo a disposizione come consulente di parte da Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e tutela dei diritti dei cittadini a cui i familiari del giovane si sono rivolti per essere assistiti, tramite il responsabile della sede di Cagliari dott. Michele Baldinu. L’automobilista, che procedeva da Cagliari a Teulada su una Fiat Idea, ha effettuato, in violazione dell’art. 141 del Codice della Strada, una manovra di svolta a sinistra per entrare in una stazione di servizio dell’Agip, proprio mentre nel senso opposto sopraggiungeva la Ducati Monster 600 di Urru, cui Napolitano avrebbe dovuto dare la precedenza. Nonostante una disperata manovra di emergenza, il centauro ha urtato contro il montante anteriore destro e il parabrezza dell’auto ed è stato sbalzato sull’asfalto riportando politraumi fatali. Ad aggravare la violazione, l’automobilista ha attuato la svolta, come ha dimostrato l’ing. Marongiu, “senza soluzione di continuità, senza arrestarsi nella mezzeria per dare la precedenza al veicolo a due ruote”, e ciò, precisa il Ctu, “al di là della segnaletica orizzontale con la doppia linea di mezzeria che era tratteggiata e consentiva la svolta a sinistra”: infatti, forte di questo punto fermo, Studio3A ha già ottenuto da tempo per i suoi assistiti l’integrale risarcimento dall’assicurazione dell’auto chiudendo il capitolo risarcitorio, cui si è aggiunta anche la recente condanna in sede penale che ha dato una prima risposta alla loro richiesta di giustizia.

Ma nelle operazioni peritali, su specifica indicazione del Pm, ci si è soffermati anche sulla segnaletica: i familiari di Urru e Studio3A avevano subito posto la questione del perché la doppia linea continua prescritta in quel tratto, che avrebbe impedito la svolta a sinistra da parte della vettura, fosse stata chiaramente e maldestramente resa tratteggiata, come si evinceva dalla vernice cancellata, salvo poi essere ripristinata in gran fretta dall’Anas subito dopo la tragedia. Il consulente tecnico, analizzate le immagini storiche con Google Heart, ha sottolineato come in effetti “quel tratto della SS 195 sia oggetto di particolare attenzione per la segnaletica orizzontale, specie per la doppia linea di mezzeria, la quale subisce costanti, inspiegabili e non regolari modificazioni, cosa che, seppur fosse, sarebbe comunque dovuta essere autorizzata dagli organi competenti, il che non risulta” essendo la doppia linea continua, come ribadisce il magistrato nella sua richiesta di rinvio a giudizio, “prescritta dalla regolamentazione e dalla normativa vigente, ossia la specifica ordinanza prefettizia e la normativa stradale”. La titolare dell’impianto, che avrebbe avuto tutto l’interesse a che la linea fosse tratteggiata per favorire la sua attività attraverso la possibilità di far accedere al distributore anche i mezzi provenienti dalla corsia opposta rispetto a quella dove esso sorge, come nel caso di specie la Fiat Idea, aveva inoltrato formale richiesta alla Prefettura in tal senso, ricevendone però un secco diniego. L’imprenditrice tuttavia si è dichiarata estranea alla manomissione, dicendosi anzi sorpresa che nell’ultimo “ripasso” delle linee gli operai avessero segnato quella tratteggiata.

Non si potrà mai provare chi le abbia taroccate, ma la Procura ha individuato e deciso di perseguire chi doveva controllare che ciò non accadesse. Di qui la richiesta di rinvio a giudizio per i funzionari dell’Anas Atzeni e Ferrara, in qualità, rispettivamente, di responsabile del procedimento di collaudo e direttore dei lavori commissionati all’impresa Linea sas per il “ripasso” della segnaletica orizzontale, con particolare riferimento alla doppia linea continua che doveva essere presente (anche) in quel tratto di strada davanti al distributore, e che invece era tratteggiata o, meglio, era stata “resa” tratteggiata. Ai due imputati il dott. Secci contesta “colpa consistita in imprudenza, imperizia, negligenza e specifica violazione dell’art 141, I e II comma del Cds, art. 40 in relazione all’art 138 del Regolamento di attuazione”, nell’ambito dell’incidente avvenuto lungo una progressiva chilometrica, prosegue il Sostituto Procuratore, “regolata da una segnaletica stradale orizzontale rappresentata da una doppia linea di mezzeria prescritta dalla regolamentazione e dalla normativa vigente, in quel momento (però) tratteggiata in modo discontinuo palesemente irregolare a seguito dell’intervento di ignoti che, in epoca non accertata, l’avevano modificata, così da indurre in errore la ditta che, nel corso del 2018, eseguì i lavori di ripasso della segnaletica orizzontale in quel tratto di strada”. Una difformità del tratteggio, conclude il Pm, “che non fu rilevata per il comportamento negligente e imperito, omissivo di ogni controllo, dei due funzionari responsabili dell’Anas, i quali omettevano di predisporre e di porre a disposizione dell’impresa aggiudicataria il progetto esecutivo, di fornire le doverose e specifiche direttive sull’effettuazione dei lavori e omettevano, non solo in fase di collaudo dei lavori ma anche nel corso dell’attività ordinaria, di verificare la correttezza della segnaletica orizzontale”. Ad Atzeni, già coinvolto in un altro procedimento per omicidio stradale, si contesta anche la “recidiva specifica”. I legali dei due imputati hanno chiesto il non luogo a procedere per i loro assistiti ma il giudice ha accolto le richieste del Pm ordinando a loro carico un processo da cui i familiari di Christian Urru si aspettano tutta la verità sulla grave e fatale manomissione, prima ancora che giustizia.

Caso seguito da:

Dott. Michele Baldinu

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Categoria:

Incidenti da Circolazione Stradale

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