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Quasi 110 mila residenti, tra le province di Verona, Vicenza e Padova, saranno interessati alla campagna di controllo gratuito per capire eventuali effetti o patologie riconducibili all’inquinamento da sostanze perfluoro alchiliche (Pfas). La notizia è uscita dalla riunione del comitato competente, istituito dalla Regione e composto  dai tecnici di quest’ultima della Sanità, dell’Ambiente e dell’Agricoltura, convocato per fare il punto della situazione e valutare le iniziative da portare avanti per la sorveglianza sanitaria sugli abitanti delle zone coinvolte. Per la precisione saranno 109.029 i cittadini coinvolti nelle aree comprese nei comuni veronesi di Albaredo d’Adige, Arcole, Bevilacqua, Bonavigo, Boschi Sant’Anna, Coilogna Veneta, Legnago, Minerbe, Pressana, Roveredo di Guà, Terrazzo, Veronella e Zimella, dei vicentini Alonte, Asigliano Veneto, Brendola, Lonigo, Noventa Vicentina, Poiana Maggiore, Sarego, del padovano Montagnana. Tutta la regione è stata suddivisa in aree a seconda della presenza o meno dell’inquinamento rilevato. In questi due lustri sarà condotta un’indagine epidemiologica e i controlli rientreranno su due livelli: nel primo, esente da ticket e per tutti, saranno eseguiti degli accertamenti sul colesterolo, glicemia, creatinemia, enzimi epatici, ormoni tiroidei, acido urico, analisi delle urine, microalbuminuria, pressione arteriosa; nel secondo, sarà interessato chi presenterà delle anomalie negli esami. Saranno chiamati a sottoporsi a delle verifiche più approfondite per chi ha tra i 14 e i 65 anni e questi si dovranno fare una volta l’anno. Allargando la superficie, ci saranno dei controlli sui residenti con la possibilità di accedere agli esami di screening o di accertamento se in presenza di sintomi o sospette condizioni cliniche provenienti da ambito ospedaliero o segnalate dai medici di base del territorio.

Intanto la Miteni di Trissino (Vicenza), l’azienda considerata la maggiore responsabile dell’inquinamento da Pfas nelle falde acquifere, venerdì 27 maggio presenterà il piano di bonifica che poi dovrà essere valutato dalla Provincia di Vicenza e da Arpav; quest’ultima, poi, sta portando avanti i controlli ambientali, con oltre 5 mila prelievi fatti.

Scritto da:

Dott. Nicola De Rossi

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Categoria:

Blog Danni Ambientali

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